I grandi crooner della storia musicale da Bing Crosby a Michael Bublé

Il termine crooner, dall'inglese "to croon" che significa letteralmente cantare o parlare a bassa voce, indica un cantante che si distingue per i toni caldi, emotivi e profondi, un "cantante confidenziale".

Il crooning non è un vero e proprio genere musicale ma un tipo di canto che si fonde col jazz, con la musica da night club e che ci evoca immediatamente le atmosfere soffuse e rarefatte di intimi locali fumosi; iconica è l'immagine di Dean Martin che canta seduto su uno sgabello fumando una sigaretta. L'accompagnamento ideale è una piccola orchestra nella quale il basso, la batteria e il pianoforte esaltano la voce suadente del crooner che sembra sussurrare anziché cantare.

Il rapporto che i crooners stabiliscono con il pubblico è più intimo e stretto ed è imprescindibile dall'uso del microfono, introdotto nel mondo dello spettacolo negli anni '20, grazie al quale si utilizzano toni confidenziali senza la necessità di urlare; "faceva l'amore con il microfono" dicevano di Bing Crosby.

Fu proprio Bing Crosby ad essere considerato come il primo vero crooner intorno agli anni '30; l'uso ben studiato del microfono gli permise di instaurare un rapporto più intimo con il pubblico, entrando in empatia con esso, era come se lo "confortasse"; questo stile gettò le basi per i suoi successori.                  Nel 1942 incise "White Christmas" che, con 50 milioni di copie vendute, fu il singolo più acquistato di tutti i tempi. Era così popolare che un sondaggio dell'epoca rivelò che il cantante era più famoso e rispettato dell'allora Papa Pio XII.

Nel dopoguerra i suoi naturali successori furono Perry Como, Dean Martin e poi arriva lui, The Voice

Con Frank Sinatra nasce il vero e proprio star-system; rassicurante, sorridente, dava al pubblico ciò che esso voleva facendo presa anche su quello giovanile che si sentiva compreso e rassicurato.                      Sinatra odiava sentirsi definire un crooner considerandolo un termine dispregiativo; il suo stile pose l'accento sulla bellezza del tono e della tecnica piuttosto che sull'espressione emotiva; il suo carisma vocale presto divenne inconfondibile. Incise oltre 2000 brani e vendette 150 milioni di album e per questo fu considerato uno degli artisti ad aver venduto di più nella storia musicale; My Way è stata la canzone più ripresa e rivisitata al mondo.

Nel periodo in cui il rock' n'roll nasceva tre cantanti adattarono ad esso lo stile crooner, parliamo di Paul AnkaConnie Francis e Bobby Darin gettando le basi per il futuro re del rock'n' roll ,Elvis Presley, che per un certo periodo della sua carriera fu definito un crooner.

Anche il nostro Paese ebbe i suoi crooners tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 con esponenti quali Teddy Reno, Nicola Arigliano e Johnny Dorelli, anche Domenico Modugno fu considerato appartenente al genere.

Le donne non riuscirono ad imporsi molto in questo stile canoro ma vale la pena ricordare Diana Krall e Nora Jones.

Attualmente i crooners più famosi nel panorama italiano sono Mario Biondi e Matteo Brancaleoni, in quello americano troviamo Michael Bublé.                                                                                                

Cresciuto a suon di swing Bublé iniziò a cantare giovanissimo ispirandosi a Ella Fitzgerald e Frank Sinatra e, nonostante il genere musicale fosse molto lontano dalla sua generazione, lo fece suo, ci si immerse iniziando a portarlo in giro per il mondo e ottenendo enormi successi; il suo stile, un mix di pop e jazz, fu subito apprezzato rendendolo inconfondibile. L'album di esordio nel 2003, Michael Bublé, fu un successo mondiale con oltre 20 milioni di dischi venduti e da lì la sua fama fu inarrestabile. Nel 2017 ha abbandonato le scene a causa della malattia del figlio.


La critica fu subito impietosa con questo genere musicale chiamandolo "corrotto", "insipido" ed affermando che non sarebbe durato negli anni; il Cardinale di Boston lo considerò addirittura uno stile degenerato, spregevole e senza principi. I crooners persero un pò della loro popolarità con l'avvento del rock'n'roll nel 1954 ma le sonorità calde e suadenti perdurano in tanti artisti contemporanei che ad essi si rifanno.

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